La storia della città di Shakhrisabz copre un periodo di piu di 2000 anni. Gli scavi archeologici mostrano che già nel corso dei secoli 6-7 nella parte sud-ovest della città venivano costruite edifici importanti. Qui si trovava il castello del sovrano e dei suoi vassalli.
Nel 7 secolo quando la città viene invasa dagli arabi, i suoi abitanti hanno opposto una forte resistenza al capo di questa resistenza si trovava Khashim ibn Khakim anche noto come Mukanna. In seguito all’invasione mongola il baccino del fiume Kahkadaria che tradotto significa il fiume limpido passa al dominio dell figlio di Gingis Khan di nome Chagatay. Nel 1251 Ulus di Chagaray viene diviso e la regione di Kashkadaria passa sotto controlo di Batukhan, il nipote di Gingis Khan.
Nel 1266 la regione di Kashkadaria viene popolata dalle tribù mongole dei Djelayr e Barlas provenienti dalla regione detta il Paese di sette fiumi ( il territorio che comprendeva le terre tra il lago Balkhach a nord fino alle montagne di Tian Shan a sud). Città di Shakhrisabz ( la città verde) che all’epoca di Tamerlano si chiamava Kesh o Dil Kesh ( città piacevole al cuore) apparteneva al clan delle tribù turco-mongole dei Barlas. Tamerlano e’ nato a 12 km da Shakhrisabz nel villaggio Khodja Ilgar. A partire dagli anni 60 del 14 secolo la regione di Kesh diventa il dominio di Tamerlano. Proprio in queste parti commincia la storia del grande conquistatore Tamerlano. L’ambasciatore spagnolo Rui Gonzales de Klaviho che aveva visitato la citta nel 1404 scrisse della città: “La città fu circondata dal terrapieno difensivo ed un profondo fossato, vi si poteva accedere attraverso i ponti levatoi”. Nonostante che Samarcanda era più adatta a diventare la capitale del suo grande impero, Tamerlano portava una grande importanza alla sua città natale: sotto Tamerlano la citta prende una nuova forma quella rettangolare all’esempio di antiche città quali Bakhara, Khiva, Herat, ecc., e viene orientata rigorosamente verso Samarkanda e dotata da strutture difensive impressionanti (le mura lunghe 5 km) e abbellita da imponenti opere architettoniche: palazzi, case molto ricche, moschee, madrasse ( università teologiche), caravanserragli e mercati e attorno ad essa furono piantati i giardini (da qui il suo nome odierno).
Qui a Shakhrisabz fu sepolto il padre di Tamerlano, Emiro Taragai ai piedi di Shamsiddin Kulol, maestro spirituale dei Barlas, i figli maggiori di Tamerlano: Jahangir e Omar Sheykh. Anche Tamerlano voleva essere sepolto qui, in una cripta molto ricca con un sarcofago di pietra, ma la sorte ha voluto diversamente: i suoi discendenti scelsero il mausoleo Guri Amir ( la tomba dell’Emiro) a Samarcanda per la sua ultima dimora.
Dopo la morte di Ulugbek, nipote dell’Emiro Timur la città viene conquistata da Abdulla Khan di Bukhara e per qualche secolo si trova in decadenza, il palazzo estivo di Tamerlano, Ak Saray viene distrutto da Abdulla Khan. La legenda tramanda che il khan ha visto da lontano l’enorme siluetta del magnifico palazzo di Tamerlano e si è precipitato verso esso a galoppo. Quando il khan è entrato molto affaticato ed arrabiato in città e senza pansarci troppo ordina distruggere il palazzo. Città di oggi conserva alcune delle opere architettoniche del tempo di Tamerlano e di Ulugbek e le sue vie con linee di case tradizionali finora profumano di storia.
Al centro della città si trovano i maestosi monumenti: la tomba di Shamseddin Kulal, La moschea Kok Gumbaz e Gumbasi Seidan. Questi monumenti sono i resti del complesso architettonico che si è formato attorno alla madrassa che si chiamava Dorut –Tillavat ( “la casa della riflessione, contemplazione”). La madrasa accoglieva la tomba del padre di Tamerlano, l’Emiro Taragay e fu costruita vicino alla tomba del suo maestro spirituale di nome Shams Ad-Din Kulal morto nel 1370. Shams Ad-Din Kulal ha vissuto e predicato a Karshi e a Kesh e godeva di un grandissimo rispetto e di autorità religiosa dai Barlas. Si pensa che è stato proprio lui ad ispirare Tamerlano all’idea della sua destinazione divina in qualità di futuro sovrano. Lo storico Ibn Arabshakh scrisse che giovane Timur per regalare allo sceicco una capra decide di vendere la sua casacca e ottiene in questo modo la fiducia dello sceicco. Shams Ad-Din Kulal non era tanto il teoretico del misticismo quanto un insegnante dell’etica e di pratica del sufismo e su questi temi ha, infatti, scritto moltissimi libri.
Al giorno d’oggi il complesso funerale è composto di due mausolei ( Khazrati Sheykh che tradotto significa Santo Sceicco e Gumbazi Seidan) di questi uno appartiene a maestro spirituale del clan dei Barlas e l’altro è stato costruito da Ulugbek ai piedi del maestro, come lo voleva la tradizione, per accogliere i suoi discendenti e per trasferire qui i resti dei Seid di Termez . Infatti all’interno del mausoleo ci sono le lapidi tombali appartenenti ai Seid di Termes ( i discendenti di Manometto che vivevano a Termez) che risalgono al 15-17secolo. Da qui il nome del mausoleo Gumbazi-Sayyidan (la cupola dei Sayyid ). Qui un tempo c’era la striscia epigrafica scritta con delle lettere bianche sul fondo blu che diceva :” questo “makbarat” cioè complesso funerale appartiene ai discendenti del più nobile il più grande e istruito dei sultan Ulugbek Guragan (“genero del khan”) e c’era scritta anche la data della costruzione 1437-1438. Infatti, si pensa che sotto il regno di Ulugbek questo mausoleo viene ricostruito. Si tratta di due costruzioni erette in epoche diverse, ma addossate l’una all’altra davanti alla moschea anche essa costruita da Ulugbek sulle fondamenta della moschea molto più antica di cui infatti ha conservato la forma. L’epigrafia al di sopra la porta di ingresso diceva : “Questa moschea è stata costruita da Ulugbek al nome di suo padre Shahrukh..” Di questa epigrafia al giorno d’oggi si legge solo una parte che dice :” …figlio di Timur – Shahruh Sultan e il figlio di sultan –Ulugbek Guragan e c’è scritta anche la data 839 (1434/35). Sempre sulla striscia epigrafica si nota che qua si tratta della moschea del venerdì.
Complesso funerale Dorus Siadat (Casa del potere) è stato eretto dai maestri artigiani di Khorazm nel cimitero famigliare della tribù dei Barlas, nel pilone settentrionale di esso si trovava la sepoltura di Jakhongir, il promogenito di Tamerlano morto all’età di 20 anni. Sull’asse longitudinale del mausoleo, a 40 metri da esso è stata costruita la cripta per Tamerlano stesso. La cripta ricoperta di lastri di gesso bianco e di versi del Corano ospita al suo centro la tomba di pietra dotata di coperchio. “La moschea comprende il cortile e le vasche, le sue cappelle sono molto ricche e sono decorate d’oro, d’azzurro e di piastrelle. Secondo l’ordine del sovrano qui ogni giorno venti montoni bolliti vengono distribuiti al popolo per commemorare il figlio e il padre del sovrano”- scrisse l’ambasciatore spagnolo. Il complesso è stato costruito all’esempio della madrassa medioevale con il cortile interno :ai due lati dall’entrata si trovano le tradizionali due sale, nel caso del complesso funerale Dorus Siadat si trattava di due mausolei: il mausoleo di Jakhongir e quello di Omarsheykh. Il complesso è stato distrutto secondo l’ordine di Abdulla Khan nel 16 secolo. Al giorno d’oggi i resti del complesso comprendono il maestoso mausoleo di Jakhongir con la cupola conica, la moschea adiacente costruita nel 18 secolo e la cripta di Tamerlano. Si dice che per proteggere il mausoleo di Jakhongir la gente locale abbia riferito a Abdulla khan che nel mausoleo di Jakhongir in realtà è sepolto un Santo Imam. Da qui il nome della moschea e del complesso stesso - Khazrati Imam (il Santo Imam).
Il palazzo Ak-Saray. Dopo la conquista di Kunya Urgench ( l’antica capitale di Kharesm) nel 1379, Tamerlano trasferisce i suoi artigiani nella sua città natale per costruire il suo grande palazzo Ak Saray (Palazzo Bianco). Il vano della sua porta era di 22,5 metri. I piloni della porta sono fiancati da due parti da torri alte 38 metri. Si pensa che il pilone nella sua altezza originale raggiungeva 50 metri. Il palazzo è decorato di piastrelle blu azzurro, con motivi floreali e geometrici e con calligrafie. Le scritture non sono tutte di carattere geligioso ci sono pure quelle civile. Una di queste dice : Que questo palazzo porti la felicità (al suo proprietario). La bellezza di questo edificio può fa pensare alla vota celeste. Tra le scritture epicrafice c’e scritta la data del rivestimento con piastrelle (1395-96) e il nome del maestro proveniente di Aserbaijan – Mukhammad Usuf Tebrisi, il quale ha effettuato il suo decoro. Secondo gli storici il palazzo comprendeva una serie di edifici residenziale e quelli di funzione sociale costruiti attorno ai cortili interni.